L'amica di sempre


Non mi piace sparire dal blog per giorni.
Ma sono giorni carichi… la sera guardo il pc sulla scrivania e sebbene il cuore mi porti a lui, gli occhi attanagliati dal sonno dicono NO.
Non ci sono grandi novità… i giorni procedono scanditi dalle solite occupazioni e anche il fine settimana tra sistemazione della casa e spese varie passa in sordina e se ne va senza lasciare traccia.
Sabato però ho visto la mia Amica dottoressa con il compagno, siamo stati in un’enoteca dopo cena e abbiamo trascorso due ore a chiacchierare ininterrottamente… non ci vedevamo da un po’ e avevamo tanti arretrati da raccontare e foto (del nipotino ovviamente!) da commentare.
E poi non mancano i ricordi, tanti, che abbiamo in comune e che quando ci vediamo vengono fuori a scaldarci il cuore.

Lei è la mia amica di sempre.
Ci conosciamo da vent’anni. Abbiamo frequentato scuole medie e superiori insieme ed entrambe abbiamo scelto Roma come sede universitaria.
Avremmo voluto condividere pienamente anche questa esperienza vivendo nella stessa casa, ma essendo lei iscritta alla Cattolica e io alla Sapienza, università molto distanti tra loro, avremmo dovuto trovare una sistemazione a metà strada. All’epoca però, spaventate dalle distanze da percorrere ogni giorno con i mezzi pubblici (sconosciuti e temuti per noi che venivamo dal paese e giravamo in bici!!), abbiamo deciso di separarci, cercando casa ognuna vicina alla sua università.
È stata una decisione sofferta. Ricordo ancora il dolore per i nostri progetti infranti, le lettere che ci siamo scambiate, piene di promesse d’”amore” reciproco, nonostante la lontananza… è stato come dirsi addio… (che cucciole, a pensarci ora!)

Gli anni universitari ci hanno portato a fare nuove conoscenze, a intraprendere strade e stili di vita diversi e così, nonostante vivessimo nella stessa città, ci siamo viste troppo poco e sempre per raccontarci e scoprirci “diverse”, ogni volta più donne.
Non abbiamo mai smesso di amarci, però. Di quell’amore viscerale che ti unisce per la vita.
Dopo l’università tutto è cambiato, o meglio tutto è tornato com’era. Ci siamo piano piano ritrovate vicine, più incontri, messaggi, mail, stralci di tempo dedicati a noi anche solo per un caffè di mezz’ora, telefonate notturne tra risate e pianti.
La certezza di esserci. L’una per l’altra.
Poi il mio matrimonio, e la sua gioia infinita insieme alla mia, per questo amore così raccontato, sognato, desiderato e ora lì, da vivere.
E adesso tocca a lei… dopo storie importanti finite male, con tanta sofferenza e disperazione, l’anno prossimo si sposa. E la gioia sarà la mia.
Tappe importanti, vissute in un intreccio reciproco di emozioni forti.

Ora come i miei fratelli, anche lei aspetta con ansia di diventare zia.
Mi sta molto vicina in questo percorso, anzi direi che mi sta attaccata al collo, non mi molla, perché non vuole che io molli. 
Prende appuntamenti e mi segue nelle visite, organizza e mi bacchetta se sono pigra e sconsolata.
So che soffre con me, ma non lo vedo, non me lo fa vedere. Ora, ogni volta che ci incontriamo mi butta lì, con leggerezza, che dovremmo metterci in lista per la fivet, “tanto per non trovarsi impreparati!”, dice.
E io so che ha ragione, so bene che i mesi volano, so che è passato quasi un anno dalla laparo e nulla è accaduto, so, e ogni mese che passa ne ho la conferma, che non possiamo riuscirci da soli, altrimenti, cavolo, in quasi quattro anni sarebbe successo! Lo so.
Come so che in questi giorni mi chiamerà per dirmi che non ho ancora contattato la gine e se non faccio subito questa chiamata la fa lei. E lo fa, lo fa!

È bello sapere che c’è. È importante sentirla vicina.
È inevitabile amarla.


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